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FAQ Cultura e sport

Cosa fareste voi di Italexit per la cultura?

 CULTURA E TRADIZIONE: CENTRALITA' AD ARTE, NATURA, TERRITORIO

Investiamo sulla cultura. Siamo il paese più bello del mondo. Diamo centralità all’arte, alle bellezze naturalistiche, al paesaggio, al territorio. Il patrimonio culturale italiano è una delle nostre più grandi risorse e merita di essere tutelato e valorizzato, molto di più di quanto è stato fatto fino a oggi.

L’identificazione, la protezione, la tutela, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale italiano è un principio fondamentale dal quale non si può prescindere, una eredità dal passato e una possibilità per il futuro che troppo spesso e’ stata trascurata e ignorata.

Oggi siamo chiamati a cercare di porre rimedio al depauperamento di un capitale non solo culturale, ma anche umano, fatto di competenze e professionalità, che attraverso scelte dettate da una politica lontana dagli interessi dell’Italia e degli italiani, negli ultimi tempi hanno generato una gestione del nostro patrimonio culturale, ben lontana da cio’ che realmente l’Italia merita. Presenteremo un nostro progetto/programma "sanità" già in elaborazione da un gruppo di attivisti Italexit competenti in materia.

 
Per gli artisti, musicisti, scrittori ecc.?

ITALEXIT intende proporre un piano strategico di rilancio economico del Paese basato sui seguenti punti:

1. Eliminare dalla Costituzione il pareggio in bilancio, lo Stato non è un’azienda non è una famiglia;

2. Statalizzare e riportare sotto il controllo del Ministero del tesoro la Banca d’Italia;

3. Creazione di una Banca Pubblica;

4. Strade, autostrade, comunicazioni, acqua, energia e tutti gli altri asset strategici per il Paese devono tornare sotto il controllo dello Stato;

5. Ritorno alla sovranità politica, democratica ed economico-monetaria della Repubblica italiana. Per fare questo occorre uscire dai trattati europei e riprendere la sovranità anche monetaria. Chi vagheggia di unioni di popoli e di Stati, dovrebbe dire che queste saranno possibili solo dopo aver smantellato questo obbrobrio istituzionale, tecnocratico e autoritario, che si chiama UE. Questo scopo potrà essere raggiunto quando il partito diventerà partito di maggioranza. Nel frattempo, si possono condurre battaglie importanti allo stato attuale delle cose, per migliorare sensibilmente la vita dei cittadini, lavoratori subalterni, autonomi, piccole e medie imprese;

6. Ritorno alla spesa pubblica responsabile e sociale: ospedali e sanità efficienti, scuole organizzate e funzionali in ogni parte d’Italia, difesa dell’acqua pubblica e modernizzazione delle reti idriche, sviluppo delle infrastrutture e collegamenti in linea con lo sviluppo e crescita economica del paese;

7. Sostegno alla domanda interna: la ripresa economica del tessuto imprenditoriale domestico è legato alla domanda aggregata, cioè la capacità di spesa dei cittadini italiani. Manovre economiche dal lato dell’offerta non sono sufficienti a far risollevare il settore: negozi, artigiani, ristoratori hanno bisogno di clienti che comprano senza eccessive preoccupazioni, quindi non a livello di mera sussistenza! Attendere che sia il turismo a risolvere questo problema è irresponsabile, il turismo non dipende da noi, e non è sempre un turismo “ricco”. Contare su una solida base di domanda domestica è molto più ragionevole. Servono misure sistemiche adeguate.

8. Possibilità di introdurre monete fiscali, come ad esempio il modello super bonus, che va difeso e rilanciato con modalità strategica e quindi pluriennale;

9. Sviluppare la ricerca nei campi medico/scientifico, aerospaziale e nuove tecnologie attraverso progressivi investimenti. Con questa proposta si intende rilanciare i settori strategici per l’economia italiana e riportare nel nostro Paese quei cittadini esiliati all’estero e depositari di competenze, oggi utilizzate da altri Paesi;

10. Difesa del Made in Italy, attraverso una politica estera attiva: il nostro Paese deve dialogare con tutti i Paesi e stringere accordi finalizzati a tutelare, difendere ed espandere il Made in Italy nel mondo;

11. Fisco: con l’uscita dell’Italia dall’eurozona, applicheremo le aliquote fiscali in uso oggi in Irlanda, Lussemburgo e altri paradisi fiscali riconosciuti dall’Unione Europea

12. Rilancio della nostra leadership nell’area del Mediterraneo, attraverso un posizionamento neutro e terzo;

13. Mettere in discussione la partecipazione alla Nato, all’OMS e altre organizzazioni ormai del tutto opsolete.

 Come sostenere la diffusione di iniziative culturali e sportive?

Vedi la risposta qui sopra...



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