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7 Principi per l'Italia

 

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Trovo giusto condividere con chiunque entri in questa pagina quelli che sono i miei principi e propositi politici.
Se state pensando "tanto i politici sono tutti uguali", vi prego NON seguite la mia pagina, ve lo dico prima. Fate un favore a voi stessi e anche a me.
La politica รจ da sempre in stretta relazione con altri tipi di poteri e so benissimo che "obbedisce" a determinate richieste. Ma quelle richieste sono figlie di un'ideologia che si รจ rivelata essere fallimentare anche per i suoi sostenitori. Dobbiamo quindi rispondere con una nuova visione di paese e la mia si sviluppa su sette principi:

 
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Se non hai un obiettivo non puoi nemmeno programmare il da farsi. Vivere alla giornata non รจ una soluzione per chi vuole amministrare una nazione. Se tanto abbiamo criticato il comunismo per il fatto che metteva tutto nelle mani dello Stato e di una ristrettissima รฉlite, allo stesso modo dobbiamo essere lucidi oggi e criticare il liberalismo perchรฉ mette tutto nelle mani dei mercati e di una ristrettissima รฉlite privata. Questi quindi sono i due estremi entro cui muoversi e sono entrambi squilibrati. Pertanto la mia visione di paese si basa sull'economia mista: un'economia a trazione statale (in particolare nei settori strategici e governativi) che pianifichi a lungo termine i suoi obiettivi, lasciando perรฒ spazio all'iniziativa privata. Questo perchรฉ gli obiettivi devono essere l'abbattimento della povertร , lo sviluppo della classe media e il contenimento del potere delle classi ricche. E' chiaro che chiunque si opponga a questo ha evidentemente altri interessi rispetto al benessere del popolo italiano.
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L'Italia, come tutti i paesi del mondo, non รจ autosufficiente sotto tutti i punti di vista. E' indispensabile quindi operare una politica di buon vicinato e coltivare relazioni internazionali con tutti i paesi del mondo. Questo perรฒ deve avvenire sempre SENZA ALCUNA CESSIONE DI SOVRANITA'. L'Italia non รจ ne un supermercato in cui privati stranieri possono venire a fare shopping di industrie e di manodopera a basso costo, ne un paese che deve inginocchiarsi agli altri per implorare di avere quello che puรฒ farsi tranquillamente in casa. Perciรฒ l'economia del paese deve essere "aperta" ma sempre in modo controllato. Di certo nessuno deve andare a comandare in casa d'altri e questo discorso รจ bilaterale. Il commercio internazionale serve per completare la nostra economia, non รจ uno strumento su cui incentrare tutto. L'obiettivo deve essere quello di garantire stabilitร  geopolitica al paese e lealtร  bilaterale.
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Il nostro paese, una volta recuperata la sovranitร , ha un potenziale praticamente illimitato sotto questo punto di vista. Siccome il futuro dell'Italia รจ strettamente legato alla tecnologia e all'innovazione รจ assolutamente necessario che ricominciamo a investire dove serve. Essendo un settore strategico รจ lo Stato a dover investire chiaramente. Sono le menti che formiamo oggi a creare il benessere collettivo di domani e se andiamo sempre avanti a esportare menti e a importare prodotti tecnologici saremo sempre schiavi da un punto di vista industriale. Dobbiamo tornare a fare tecnologia, ricerca e innovazione e in questo il finanziamento dello Stato deve essere pressochรฉ illimitato. La produzione, l'innovazione e la ricerca sono gli unici strumenti che consento ad un paese di gestire ingenti immissioni di denaro senza creare inflazione. L'obiettivo รจ quello di strutturale il tessuto produttivo italiano in modo da renderlo solido abbastanza da far funzionare il meccanismo.
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Purtroppo, l'aver seguito modelli prevalentemente di stampo liberale ci ha portati ad applicare al settore governativo un comportamento che perรฒ รจ ottimale solo per i privati. Il settore governativo infatti funziona all'opposto del settore privato e quindi ha bisogno di logiche differenti. E' dagli anni '80 che attraverso false paure come quella del debito pubblico e dell'inflazione i governi hanno sempre trovato scuse per non creare il denaro necessario per il benessere del popolo. Ecco, questo ha alimentato il cancro della disoccupazione, la quale oggi รจ pure sottostimata rispetto ai numeri reali. Lo Stato deve quindi riprendersi in mano tutte le leve economiche necessarie per poter tornare ad occuparsi di lavoro perchรฉ l'economia va gestita con approccio discrezionale, non con approccio puramente matematico. L'obiettivo deve essere quello di abbattere la disoccupazione e ricreare il welfare.
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Il grosso problema sociale di quest'epoca รจ la scarsa valorizzazione delle figure che realmente producono (a cui si affianca l'incredibile esaltazione della mediocritร  e dell'individualismo). Questo attuale modello sociale prevalentemente di stampo statunitense รจ insostenibile nel lungo periodo e ha fatto sรฌ che si strapagassero manager e venditori e si sottopagassero gli ingegneri e i tecnici. Ecco, sono dell'idea che lo Stato debba recuperare il controllo su questo processo e che debba anche incentivare il rientro in Italia di tutte le menti che si รจ lasciata scappare proprio in virtรน del deragliamento indotto da questo processo. Le aziende sono degli strumenti privati sulle quali la supervisione dello Stato รจ fondamentale per garantirne la stabilitร  nei cicli economici. Allo stesso tempo deve controllarne i parametri per evitare di generare disparitร  tali da generare insoddisfazione lavorativa. Le persone non sono pile da cui estrarre energia ma sono, appunto, persone. Ogni persona ha ambizioni, interessi e capacitร  diverse e la realizzazione del benessere psicologico dell'individuo deve essere un obiettivo della collettivitร  e di conseguenza delle aziende e dello Stato.
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Il sistema scolastico deve essere improntato sullo sviluppo del ragionamento e della formazione della persona, soprattutto considerando le diversitร  delle inclinazioni personali. Lo Stato non ha bisogno di automi (anche perchรฉ tra meno di 10 anni le intelligenze artificiali eseguiranno praticamente tutti i lavori nei quali non รจ richiesta creativitร ): lo Stato ha bisogno di menti pensanti che analizzino con mente lucida e distaccata qualsiasi informazione. Persone che siano allergiche alla propaganda e che siano partecipi alla vita politica, cioรจ l'esatto opposto del "mero consumatore". L'obiettivo deve essere la formazione di una collettivitร  pensante e unita proprio dalla sua capacitร  di analizzare le ideologie per poterle condividere e/o respingere. Anche la scienza non รจ che uno strumento e il suo costante finanziamento da parte di gruppi privati non puรฒ che rendere la sua presunta imparzialitร  un'utopia. Le persone dovranno quindi essere in grado di comprendere quando una narrazione "scientifica" รจ pilotata o meno per fini politici.
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Da piรน di trent'anni c'รจ un'abitudine tipicamente liberale di far abbandonare il buonsenso alle persone per fargli abbracciare visioni egoistiche e individualistiche volte appunto a trasformare l'uomo in un "mero consumatore". Dobbiamo tornare ad anteporre alla nostra personale visione limitata una visione collettiva fondata appunto sul buonsenso. Questo serve anche a creare un maggior collante sociale per vincere le piccole disunitร  locali all'interno delle quali il liberismo ci sguazza allegramente. Dobbiamo costruire un senso collettivo nuovo, un modello comportamentale collettivo che non si basi piรน sull'individualismo e sul bisogno egocentrico di attenzione e di soddisfazione personale ma che si basi sul rispetto reciproco e sul buonsenso. In questo dunque l'esaltazione di tutte le isterie ideologiche degli ultimi anni non trovano assolutamente spazio.
Declinando questi sette principi sulla nostra nazione:
1) Sono contrario al libero mercato
2) Sono contrario alle privatizzazioni
3) Sono contrario alle cessioni di sovranitร  (inclusa quella monetaria)
4) Sono contrario all'indipendenza della Banca Centrale
5) Sono contrario all'accentramento di tutto il potere nelle mani di persone che hanno lo stesso interesse
6) Sono contrario alla sudditanza verso gli Stati Uniti e verso l'Unione Europea
7) Sono contrario alle ingerenze in politica estera degli altri Stati
8 ) Sono contrario alla fornitura di armi agli altri paesi
9) Sono contrario all'utilizzo della paura come mezzo di controllo delle masse
10) Sono contrario alla ricerca ossessiva dell'inflazione bassa
11) Sono contrario al maschilismo e al femminismo
12) Sono contrario all'ideologia gender e alle sue declinazioni
13) Sono contrario all'immigrazione incontrollata
14) Sono contrario allo sfruttamento dei lavoratori
15) Sono contrario all'autorazzismo
E quindi:
1) Sono per l'intervento (anche massiccio quando necessario) dello Stato in economia
2) Sono per la nazionalizzazione dei settori strategici
3) Sono per la sovranitร , in particolare quella monetaria
4) Sono per la Banca Centrale che lavori a braccetto col Tesoro
5) Sono per il dualismo dei poteri a interessi contrapposti, in modo che vi sia sempre un equilibrio
6) Sono per l'indipendenza politica da USA e UE
7) Sono per la neutralitร  internazionale: politica domestica, con monitoraggio di quella internazionale a soli scopi difensivi e senza interventi
8 ) Sono per la neutralitร  in caso di guerra
9) Sono per l'istruzione massiccia e per lo sviluppo del pensiero critico nella popolazione
10) Sono per la ricerca ossessiva della bassa (o nulla) disoccupazione
11) Sono per la paritร  dei sessi, sia sui diritti che sui doveri
12) Sono per il rispetto reciproco delle persone
13) Sono per una cooperazione internazionale volta alla fine dei flussi migratori
14) Sono per la valorizzazione del lavoro e dello sforzo
15) Sono per l'orgoglio nazionale e per la presa di coscienza della cultura italiana e delle capacitร  degli italiani.
 
Articolo di Giampaolo Ferranti, copiato dal suo post FB del 25/08/2023

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