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FAQ infrastrutture trasporti

Che idee avete per le infrastrutture? Le opere pubbliche, grandi e piccole che siano, dovrebbero essere applicate dallo sato per immetterre denaro nella società a beneficio di tutti, con l'occupazione come scopo primario e vantaggi sui servizi e sviluppo relativo. RESTITUIRE AGLI ITALIANI CIO CHE E LORO A fare la fortuna dell’Italia nel secondo dopoguerra fu il connubio della piccola e media impresa con le banche pubbliche, la grande industria di Stato e la pubblica amministrazione (istruzione, trasporti, sanità ecc.). Negli ultimi decenni tutte queste realtà faticosamente costruite con soldi pubblici – cioè con la ricchezza di tutti – sono state progressivamente privatizzate. Persino dei monopoli naturali come la rete autostradale e le reti energetiche sono stati smembrati e consegnati nelle mani di spregiudicati “prenditori”, che ne hanno ricavato rendite e profitti a scapito della qualità e dei costi dei servizi, dunque a scapito di tutta la collettività. È ora di restituire al

FAQ Lavoro e politiche sociali

 Cosa farebbe Italexit per la disoccupazione e carenza lavoro? LAVORO PER TUTTI Impossibile? Solo se si crede che il lavoro sia solo quello creato dal settore privato. Ovviamente quest’ultimo ha un ruolo cruciale da giocare in un’economia dinamica, ma i processi di automazione e di robotizzazione implicano che saranno sempre meno i lavori che il settore privato sarà in grado di offrire. Dobbiamo dunque rassegnarci alla disoccupazione o al massimo a ricevere un reddito di sussistenza dallo Stato? Assolutamente no. Infatti non solo siamo drammaticamente a corto di organico nei tradizionali settori pubblici, in particolare sanità e istruzione, ma esistono un’infinità di lavori potenziali – e assolutamente necessari – da creare nei campi della riconversione ecologica, dell’urbanistica, delle infrastrutture, dell’assistenza sociale oltre che nei nuovi distretti industriali da lanciare. Va da sé che molti di questi lavori, poiché richiedono cospicui investimenti che non garantiscono utili mo

FAQ Istruzione e Università

 Cosa farebbe Italexit per la scuola?  SCUOLA, CULTURA, GIOVANI E BAMBINI Investire nella scuola. Politiche espansive, programmi pensati per diffondere cultura e conoscenze utili. No gender, No mascherine Inizieremo politiche espansive per la scuola, anch'essa per troppo tempo penalizzata, con un programma di assunzioni e di miglioramento dei salari. Va ricostruito un clima scolastico serio e propositivo, va tutelata la figura dell'insegnante, vanno migliorati i programmi sia in direzione di un recupero della nostra cultura umanistica e civica. Insegniamo ai ragazzi a usare in modo vincente e corretto lo spirito di osservazione e stimoliamo un recupero dello spirito critico. Attueremo immediate politiche di incentivi per implementare la conoscenza delle tecnologie e dell'informatica, delle lingue e di tutti gli strumenti indispensabili ai nostri ragazzi per entrare nel mondo del lavoro con le giuste competenze. Siamo contrari all'introduzione di teorie gender nelle scuo

FAQ Cultura e sport

Cosa fareste voi di Italexit per la cultura?  CULTURA E TRADIZIONE: CENTRALITA' AD ARTE, NATURA, TERRITORIO Investiamo sulla cultura. Siamo il paese più bello del mondo. Diamo centralità all’arte, alle bellezze naturalistiche, al paesaggio, al territorio. Il patrimonio culturale italiano è una delle nostre più grandi risorse e merita di essere tutelato e valorizzato, molto di più di quanto è stato fatto fino a oggi. L’identificazione, la protezione, la tutela, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale italiano è un principio fondamentale dal quale non si può prescindere, una eredità dal passato e una possibilità per il futuro che troppo spesso e’ stata trascurata e ignorata. Oggi siamo chiamati a cercare di porre rimedio al depauperamento di un capitale non solo culturale, ma anche umano, fatto di competenze e professionalità, che attraverso scelte dettate da una politica lontana dagli interessi dell’Italia e degli italiani, negli ultimi t

FAQ Salute pubblica

 Voi di Italexit siete dei no vax? Italexit cosa farebbe con la vaccinazione? Siamo per la libertà vaccinale e nessun obbligo su terapie imposte. Questa questione cruciale e volutamente esclusa dal dibattito politico. Temi di questo calibro non possono essere risolti solo attraverso le imposizioni di uno scientismo ideologico e totalitario, dietro al quale spesso e volentieri si nascondono grandi interessi economici. Su questo così come su altri temi delicati bisogna rilanciare una sana dialettica che sappia coinvolgere l’opinione pubblica in una riflessione aperta sugli aspetti scientifici, giuridici ed etici di queste tematiche.  Avete un piano di riforma Sanità?   ITALEXIT richiede il ripristino della sanità territoriale La sanità è stata fortemente penalizzata da continui tagli alle spese e al personale. ITALEXIT dice basta ai tagli di spesa e si concentrerà in particolare sul rilancio della sanità territoriale, devastata dalle politiche dei governi degli ultimi decenni, con conseg

FAQ Turismo

Con l'Italexit non potremo più viaggiare liberamente in Europa? Il trattato di Shengen rimarrebbe inalterato (salvo guerre o pandemie) e puotresti sempre andare dove vuoi come ora. Verrebbero smantellati solo i trattati soppressivi e creati nuovi accordi veramente utili per tutti i paesi Europei. Perchè dite NO alla Bolkestein? é una delle tante manovre neoliberiste (vedi neoliberismo) nascoste e spacciate per "progresso".   Che importanza date al turismo? Sviluppo del Turismo! Si stima che l’Italia abbia fra il 60 e il 75% del patrimonio artistico del mondo e detiene il primo posto al mondo nel ranking dei siti Unesco con ben 58 siti di interesse. La Cina è al secondo posto con 56 siti. Quindi noi, in una superficie grande quanto circa il 3% della Cina, abbiamo concentrato il più alto numero al mondo di meraviglie. E il nostro patrimonio enogastronomico può essere considerato al pari di quello artistico e naturalistico. Tradizione, terroir, passione e dedizione la fanno

Oltre la EU, per una reale collaborazione europea

È ormai sotto gli occhi di tutti come il processo di integrazione economica europea, lungi dal promuovere «un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa», abbia enormemente acuito le divergenze intraeuropee, causando una diffusa devastazione sociale e fomentando sentimenti di rivalità tra Stati che non si vedevano dai tempi della seconda guerra mondiale. Questo rappresenta un ostacolo alla cooperazione multilaterale tra Paesi europei su temi cruciali quali la geopolitica, la gestione dei fenomeni migratori e la questione climatica.  Abbandonare la moneta unica non comprometterebbe questo tipo di cooperazione; al contrario, mettere i singoli Stati nelle condizioni di poter tornare a operare nell’interesse dei cittadini rappresenta la conditio sine qua non per il rinnovamento del progetto europeo su basi radicalmente diverse, cioè sulla libera cooperazione tra i popoli d’Europa fondata sul rispetto delle prerogative sovrane e democratiche di ciascun Paese. Solo in quest’ottica è

Un approccio radicale alla crisi ambientale

 La crisi ambientale che stiamo affrontando a livello planetario è una delle conseguenze più disastrose della globalizzazione sfrenata. Per uscirne occorre adottare nuovi paradigmi che scalzino il dogma economicista e riportino al centro il benessere collettivo, prestando particolare attenzione alla salvaguardia di tutto il patrimonio naturale, da quello paesaggistico a quello boschivo, in modo da poterlo tramandare alle future generazioni. Coniugare le esigenze ecologiste a tutela dell’ambiente con quelle sociali a tutela del lavoro è una sfida complessa che può essere affrontata soltanto da uno Stato che disponga della sovranità monetaria.  Serve quindi sviluppare una visione strategica lungimirante e pianificare una politica industriale che porti alla costruzione di un innovativo tessuto produttivo che sia realmente ecosostenibile. Mentre oggi il costo dell’improrogabile transizione ecologica viene regolarmente scaricato sulle spalle delle fasce più fragili della popolazione, occorr